AIUTA IL NOSTRO SITO

Translate

lunedì 17 giugno 2013

Per favore clonate Pirlo

Il calcio e la poesia sono conciliabili e Andrea Pirlo ne è la prova. Che cosa c'è di meglio che festeggiare le cento partite in Nazionale al Maracanà? Nello stadio dove Pelè ha segnato il suo millesimo - sì mille, avete capito bene - gol con il Santos, nel teatro più bello, il più affascinante. In effetti, qualcosa di meglio c'é, ed è giocare in modo divino e entrare definitivamente nell'Olimpo, da dove nessuno ti può più scalzare. Non che Pirlo ne avesse bisogno a dire il vero, perché lui tra gli Dei del calcio vi è da tempo. Però ieri il regista bresciano si è voluto fare un regalo, pirma a se stesso e poi alla Nazionale. Ha voluto prendersi la sua ultima rivincita. Verso chi due anni lo fa lo definiva morto, finito. Se è finito lui, ci viene da pensare, allora non osiamo immaginare gli altri. Al termine di una stagione tiratissima, nel quale il regista bianconero ha giocato 45 partite con la Juventus, l'ex giocatore milanista ha mostrato una freschezza mentale da far invidia, paura. Non è solo la punizione (sul quale il portiere messicano Corona si è addirittura arreso togliendo la mano quando ha capito di non poter far più nulla) a rendere i 90 minuti del giocatore cresciuto nel Brescia così speciali. Anzi, forse il gol è proprio il meno. Quello che lascia allibiti, senza parole, è la sua intelligenza tattica, alcuni suoi lanci precisi al millimetro e semplicemente da stropicciarsi gli occhi. Perché ieri sera a volte sembrava veramente di avere di fronte un extraterrestre, un giocatore di un'altra categoria. E poi la sua semplicità, con la quale fa sembrare banali le cose più difficili, quei suoi passaggi verticali che si infilano perfettamente tra difesa e portiere, che diventano impotenti. Insomma, descrivere il diamante bianconero in poche parole è un compito davvero arduo. Non basterebbero libri e libri per parlare di un giocatore tanto fenomenale in campo, quanto umile al di fuori del terreno di gioco. Già, perché mai si è sentita una parola fuori luogo, una critica o una lamentela da parte di Pirlo, che ha sempre fatto parlare il campo. Anche quando tutti lo davano per finito. Le copertine sono tutte per lui, che per l'ennesima volta ci ha emozionato e fatto sognare. Per il giocatore che a trentaquattro anni è ancora in grado di incantare il mondo intero, che oggi lo osanna a suo re. Ma d'altronde la poesia non ha età, e Pirlo sembra più scrivere fantastici versi che giocare a calcio. A chi allora non viene voglia di clonarlo? Anche perché uno come lui nasce una volta ogni trent'anni, o forse non nasce proprio più.(fonte: tutto juve.it)

Nessun commento:

Posta un commento

PIRLO E SZCZESNY ALLA VIGILIA DI JUVE-FERENCVAROS

A Torino è giornata di vigilia di UEFA Champions League. Domani sera all’Allianz Stadium andrà in scena la quarta giornata del girone G, con...